lunedì 28 marzo 2011

FEDERALISMO PEGGIO DEL POSTO FISSO

Prove di Unità (fiscale) Nazionale arrivano dagli scranni parlamentari. Una buona notizia sembra l'accordo raggiunto con il decreto attuativo su Regioni e sanità, che giovedì ha ottenuto il via libera della bicamerale e che a breve sarà a Palazzo Chigi per l'ok definitivo. Su questo Governatori e Governo si sono messi d'accordo. Uno dei punti fondamentali è che dal 2013 l'addizionale Irpef non rimarrà integralmente nella Regione di provenienza. Andrà ad alimentare il fondo perequativo - si parla di 4 miliardi di euro - per aiutare il finanziamento delle spese cosìdette "non fondamentali", nelle Regioni con un fisco meno fortunato. Quel "non fondamentali" sta per
  • opere pubbliche
  • interventi ambientali
  • promozione del turismo
  • spese esterne al nucleo centrale dei bilanci, rappresentato da sanità, istruzione, assistenza sociale e investimenti del trasporto pubblico locale
Perequativo è, infatti, quel principio amministrativo utilizzato per rendere uguale una cosa tra più persone. In questo caso tra le Regioni. Nel nuovo percorso di un'Italia federale i passi previsti per sostenere i territori più poveri saranno due:
  1. il primo servirà per le funzioni fondamentali, che dovranno essere finanziate integralmente, e sarà sostenuto dall'Iva
  2. il secondo, invece, sarà sostenuto dall'Irpef territoriale e dovrà ridurre in misura non inferiore al 75% le differenze di capacità fiscale tra le Regioni.
''Il Federalismo fiscale può rappresentare una possibilità di superamento della storica divisione tra Nord e Sud", ha dichiarato Michele Iorio, presidente Pdl del Molise, venerdì durante un convegno a Campobasso, concludendo: "Per il Mezzogiorno l'attuazione di un Federalismo vero e solidale può essere l'elemento operativo per evitare, per il futuro, logiche centralistiche che nel passato si sono dimostrate non idonee a eliminare le differenze con il Settentrione''.
Se così sarà, secondo uno studio pubblicato ieri da Il Sole 24 Ore, si disegnerà un quadro che vedrà sette Regioni dare il maggior contributo. Saranno Lombardia (con 14,1 euro per abitante), Emilia Romagna (11,4 euro), Liguria (8,7 euro), Piemonte (7,2 euro), Lazio (4,2), Toscana (4,1 euro) e Veneto (4,0 euro). Tra le riceventi le Regioni più finanziate saranno la Calabria, con 24,4 euro per abitante, la Campania, la Puglia e la Basilicata.

Tutto chiaro? Ma sarà questa la strada giusta per diventare tutti uguali? Basteranno i soldi a coprire le distanze? In fondo, mi chiedo se pagare di tasca propria per coprire debiti e bisogni di gestioni meno efficienti, alla lunga, non possa diventare un'ulteriore causa di discriminazione nei confronti di chi si dovrebbe aiutare. E poi, ancora, sapere di ricevere dei soldi senza fare sforzo, potrà realmente diventare uno stimolo per migliorarsi? Il dipendente che scalda la sedia, ma riceve ugualmente lo stipendio a fine mese, che interesse pensate che abbia a lavorare sodo e a fare gli straordinari?

1 commento:

  1. sarà come per la Cassa del Mezzogiorno dove tutti (chi ne aveva diritto - solo i meridionali) ha preso più che ha potuto.
    A quando una Cassa x il Nord - abbiamo bisogno anche noi.

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